17/10/2016

Variante verde, online la proposta: quasi 180 mila metri quadrati diventano inedificabili

Contributi dei cittadini entro il 30 ottobre, prima dell'adozione da parte del consiglio comunale

L'assessore Antonio Dalla Pozza

Da oggi è on line, sul sito www.vicenzaforumcenter.it, la proposta di variante al piano degli interventi chiamata “variante verde”, per la riclassificazione in inedificabili di aree che in passato avevano ottenuto capacità edificatoria.

In questo modo, prima dell'adozione della variante da parte del consiglio comunale, e oltre agli incontri mirati con gli stakeholder (enti, associazioni ambientaliste e categorie economiche portatrici di interessi generali), tutti i cittadini entro il 30 ottobre potranno inviare i loro contributi alla proposta: via mail all'indirizzo urbanistica@comune.vicenza.it oppure presentandoli direttamente all'ufficio protocollo del Comune (corso Palladio 98). Dopodichè la giunta li esaminerà e, se li riterrà migliorativi della proposta, li incorporerà nel testo finale della delibera.

È la prima volta che i cittadini possono partecipare alla redazione di un atto deliberativo prima dell'approvazione da parte dell'organo competente – ha evidenziato l'assessore alla progettazione e innovazione Antonio Dalla Pozza, questa mattina a palazzo Trissino, illustrando la novità -: è infatti un'iniziativa inedita per il Comune di Vicenza, che introduciamo nel segno della massima trasparenza e della partecipazione. Ritengo infatti che l'urbanistica debba essere un settore molto trasparente e di cui vada capito il lavoro che c'è dietro”.

L'assessore ha comunque anche precisato che si tratta di una fase che non va confusa con la fase delle osservazioni da parte dei controinteressati e delle relative controdeduzioni, che, per legge, è successiva all'approvazione del documento da parte del consiglio comunale.

Nello specifico, con la variante verde, circa 167 mila metri quadrati, pari a 30 campi da calcio, tornano agricoli, cui si aggiungono 11.500 metri quadrati riclassificati in zona residenziale con indice di edificabilità pari a zero. In questo modo la variante contrae di circa 300 unità il numero di abitanti teorici insediabili e riduce la superficie utile edificabile di 16.770 metri quadrati.

La variante – ha spiegato Dalla Pozza - non introduce nuove edificazioni. Consente solo il cambio di destinazione d'uso. Indica pertanto che una parte della nostra città non avrà più un determinato tipo di sviluppo, e costituisce un preludio di quello che sarà l'indirizzo che daremo al nuovo pat e al nuovo piano degli interventi. È inoltre coerente con la linea 'consumo zero di suolo' espressa più volte in consiglio comunale presentando le ultime varianti, nonché con il Documento del sindaco. Restano comunque esclusi dalla variante – ha aggiunto - ambiti come quelli del centro storico, per il quale stiamo tuttavia lavorando per aprire una variante specifica, attesa da molto tempo, e altri di pregio agricolo, architettonico, storico e ambientale. Del resto, fino alla fine del mandato amministrativo, non adotteremo più varianti ad hoc per il soddisfacimento puntuale di singole richieste, ma andremo avanti sul solco dell'omogeneità, per dare regole uguali per tutti”.

La proposta di variante del piano di assetto del territorio (pat) prende il via da una legge regionale dello scorso anno (legge 4/2015) che istituisce appunto le cosiddette “varianti verdi” per la riclassificazione di aree edificabili, alla luce del grande cambiamento socioeconomico che negli ultimi anni ha interessato anche il territorio di Vicenza: la richiesta di nuova edificabilità è infatti diminuita; i cittadini chiedono, anzi, sempre più spesso la riclassificazione dei loro terreni in agricoli; ed è di pari passo invece aumentata la consapevolezza che è necessario limitare nuove trasformazioni del suolo per preservare l'ambiente e prevenire rischi di natura idrogeologica.

Con due avvisi pubblicati a cavallo tra il 2015 e il 2016, il Comune di Vicenza ha raccolto in tutto 34 domande di riclassificazione (23 entro la scadenza del 15 dicembre e 11 entro il 21 marzo), due delle quali sono però poi state ritirate e altre due non erano pertinenti, in quanto riguardanti terreni già classificati come agricoli dal piano degli interventi. Delle 30 rimaste, undici riguardano terreni compresi in piani attuativi, vale a dire che i proprietari, dopo anni di stallo e a causa della perdurante crisi economica, preferiscono rinunciare all'edificabilità, in considerazione dell'aggravio tributario cui sono soggetti. Altre 11 richieste di riclassificazione sono invece state presentate riguardo lotti di completamento prevalentemente di tipo residenziale (uno soltanto a carattere economico-produttivo). Otto sono poi state le domande riguardanti zone ad attrezzature e impianti di interesse generale (di carattere amministrativo, culturale, sociale, associativo, ricreativo...). Solo una richiesta è stata rigettata, poiché interessa un terreno incluso in un'area che fa parte di un piano attuativo approvato e quindi sottoposto alla pianificazione prevista in un arco temporale di dieci anni dall'entrata in vigore (febbraio 2020).

Nello spirito, poi, di conservare quanto più suolo libero dalle edificazioni, la variante riclassifica quei lotti, di dimensioni contenute, che sono inseriti in ambiti densamente edificati, nei quali, per diversi motivi, non sussiste un adeguato rapporto tra il costruito privato e lo spazio aperto pubblico. La nuova zonizzazione di tali ambiti non soltanto impedisce la futura edificazione, ma prevede il perenne mantenimento ad area verde, senza alcuna possibilità di alterare lo stato dei luoghi, realizzando pavimentazioni o altre costruzioni.

Inoltre, le aree periferiche adiacenti il territorio agricolo tornano alla loro vocazione rurale e assumono la classificazione di zona agricola.

Infine, per assicurare un disegno coerente di pianificazione, in taluni casi si è proceduto alla riclassificazione anche di alcuni terreni per i quali non sono state presentate istanze entro la scadenza dei due avvisi di variante. E con l'occasione sono state corrette alcune imprecisioni riscontrate negli elaborati grafici e perfezionati alcuni dispositivi normativi.

Nel dettaglio, dei 167 mila metri quadrati totali, 137 mila vengono riconvertiti in agricoli per effetto delle domande pervenute e altri 30 mila circa per modifiche d'ufficio. “In questo secondo caso – ha commentato Dalla Pozza - i proprietari avranno una sorpresa positiva dal punto di vista tributario, perchè pagheranno meno tasse sui terreni, mentre per il Comune si tratta di un recupero importante di aree”.

Terminata questa fase partecipativa – ha concluso l'assessore – porterò la delibera in giunta entro la prima decade di novembre per poi sottoporla al consiglio comunale. Ad ogni modo, come prevede annualmente la legge regionale, entro il 31 gennaio 2017 uscirà il bando per una nuova variante verde, per cui l'anno prossimo ne avremo sicuramente un'altra”.

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